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CALCIO, PIERLUIGI COLLINA SI RACCONTA

L'arbitro internazionale rivela aneddoti e curiosità della sua inimitabile carriera ai microfoni di Deliveroo e Calciatori Brutti

Milano, 23 marzo 2022. “Ognuno ha la sua storia personale ma devo dire che la mia è assolutamente casuale. Un mio compagno di liceo un giorno venne a scuola e mi disse” io mi sono iscritto ad un corso di arbitri di calcio. Perchè non vieni anche tu?” Ed è così che è iniziata nata la carriera arbitrale di Pierlugi Collina.

Il celebre fischietto italiano lo ha raccontato ai microfoni di Deliveroo e Calciatori Brutti, in un’intervista esclusiva nella quale ha passato in rassegna le sua gloriosa carriera, dagli esordi sino all’apice della finale della Coppa del Mondo 2002.

La piattaforma leader nell’online food delivery, in vista del match della nazionale italiana valevole per le qualificazioni ai Mondiali di Calcio di Qatar 2022 in programma giovedì 24 marzo allo stadio Renzo Barbera di Palermo che vedrà gli Azzurri opposti alla Macedonia del Nord, ha voluto intrattenere i tanti tifosi della nazionale con un appuntamento esclusivo dedicato al mondo del pallone, raccontando il punto di vista di chi è stato chiamato per tanti anni a dirigere le partite di calcio. Una lunga chiacchierata, realizzata presso l’headquarter di Deliveroo a Milano, nel corso della quale sono stati affrontati tanti temi, tra tecnicismi sulla professione arbitrale, curiosità sulla vita da arbitro e aneddoti legati alle partite vissute sul campo da gioco.

Ecco alcuni dei passaggi più divertenti e curiosi dell’intervista.

Wikipedia e quella menzione del Times Su Wikipedia compare che Il Times, Il celebre quotidiano britannico, ha inserito in passato Pierluigi Collina tra i 50 giocatori più cattivi della storia del calcio. “La cosa è abbastanza sorprendente perché non credo che nessun giornalista del Times sia venuto a vedermi giocare quando giocavo a calcio da ragazzino o anche in qualche partita di beneficenza con gli arbitri più recentemente…”.

La passione dell’arbitro Come nasce la passione dell’arbitro? “La risposta è molto personale. Ognuno ha la sua storia personale ma devo dire che la mia è assolutamente casuale. Un mio compagno di liceo un giorno venne a scuola a scuola e mi disse” io mi sono iscritto ad un corso di arbitri di calcio. Perchè non vieni anche tu?” La cosa paradossale che a quel tempo non si poteva correggere difetto di visus né con gli occhiali o con le lenti a contatto. Per cui lui fece la visita medica ma non passò e non iniziò neanche il corso. Io ormai ero iscritto e così ho iniziato”.

L’idolo di un arbitro Chi è l’idolo di un arbitro? “Io, e quelli della mia generazione, quasi tutti hanno visto in Luigi Agnolin a quel tempo un arbitro a cui ispirarsi. Però quello che ho sempre fatto io è fare un po’ come i creatori di moda, gli stilisti: cercare di prendere spunti da tutti”.

Il pallone della finale dei Mondiali del 2002 Uno dei cimeli conservati da Pierluigi Collina è il pallone della finale dei Mondiali in Corea e Giappone: “Se andate su internet e guardate le immagini, ci sono io che non l’ho mollato per tutta la premiazione. Avevo paura di non portarlo a casa. Anche perchè ho fischiato la fine della partita 25 secondi dopo il momento in cui avrei dovuto fischiarla semplicemente perchè volevo essere sicuro al 100% che il pallone fosse nelle mie mani”.

La maglia di Ronaldo “il Fenomeno” La maglia di Ronaldo Luis Nazario da Lima è un altro degli oggetti a cui l’arbitro Collina è decisamente legato: “Questa maglia è arrivata nel mio spogliatoio in un sacchettino completamente bagnata di sudore e io l’ho portata da Tokyo a casa così ancora bagnata. La donna delle pulizie che ai tempi lavorava con noi ha, giustamente dal suo punto di vista, pensato bene di lavarla. Io l’avrei tenuta così… ”

L’aspetto mentale per l’arbitro Quanto conta l’aspetto mentale per un ’arbitro? “L’aspetto mentale è un aspetto fondamentale. Per me ha sempre funzionato essere appena sotto un livello di “ansia”, di “tensione”. Altri invece devono essere perfettamente rilassati. [...] Quando ero un giovane arbitro incontrai una sera a cena al ristorante l’arbitro Agnolin. Lui raccontava che era sua abitudine quando arrivava negli spogliatoi dello stadio, sdraiarsi sul lettino dei massaggi e dormire 20 minuti. [...] Prima della partita successiva provo anche io a farlo. Entro negli spogliatoi, dormicchio un po’... E’ stata una delle peggiori partite che ho fatto perchè ho continuato a dormire per tutta la partita”.

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